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Visualizzazione dei post da aprile, 2018

L’organizzazione scolastica romana

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 L’insegnamento romano si articolava in un’istruzione primaria, secondaria, superiore e tecnico professionale. L’istruzione primaria, cominciava a sette anni. C’erano molti maestri ma il più importante era il magister, che insegnava a leggere e a scrivere. Poi c’era il calculator, che insegnava il calcolo e la matematica.  Il livello di istruzione era brutto basso. L’insegnamento era infatti impartito in locali poco idonei, attraverso un metodo ripetitivo-memonico e coercitivo, erano anche usate frequentemente le punizioni corporali.   All’istruzione secondaria (12-15 anni) accedevano solo i ragazzi provenienti da famiglie aristocratiche, che frequentavano per tre anni lezioni da un Grammaticus. L'istruzione superiore veniva impartita nelle scuole di retorica, aperte a partire dal II secolo a.C., in queste scuole insegnava il rhetor, ossia un professionista della parola, che guidava gli allievi alla composizione di testi che dovevano essere recitati.  L’istruz...

L’educazione romana delle origini e il mos maiorum

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Mentre in una città come Atene si sono sviluppate le attività artigianali e mercantili, l’economia romana ha inizialmente soprattutto un carattere agricolo e la sua società è dominata da un’aristocrazia di proprietari terrieri. In questa società delle origini predominano i valori della casa e della famiglia. L’educazione non richiede ancora un contesto specializzato, come la scuola, ma avviene all’interno stesso della famiglia. La trasmissione di valori è fondamentale. Il il sentimento a cui si viene educati e quello della pietas, in quanto rispetto per i genitori. Questo insieme di valori costituisce il mos maiorum, ossia l’esempio che viene dagli antenati. E l’esempio è un elemento fondamentale dell’educazione che avviene in famiglia.  La prima educatrice è la madre, compiuti i sette anni, il bambino passa sotto la guida del padre, il Pater familias, ossia la persona più anziana e la più saggia.  A 14 anni il maschio smette di indossare la toga praetexta, orlata di rosso e ...

L’educazione come fatto sociale

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 Come per i greci del periodo classico, anche per i romani la vita sociale e politica è estremamente intensa. L’educazione è per i romani un fatto sociale, che integra gli individui della vita della città: quindi essa ha un intento civico. Il cittadino romano, infatti, deve sapersi comportare di fronte alla collettività in un modo adeguato: tutto, il modo di parlare, di camminare, di vestirsi, di arredare la casa e ricevere ospiti  rispondere a certe regole.  I romani, usano il termine educazione per indicare la prima formazione, finalizzata allo sviluppo delle attitudini fisiche, morali e intellettuali, mentre la formazione culturale vera e propria è rimandata agli anni successivi. È il termine Humanitas, che significa un’educazione raffinata, fondata sui valori morali.

Le strutture e il percorso educativo in età ellenistica

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 In età ellenistica, la prima formazione avviene in famiglia, a cura delle donne di casa.  Dai sette anni hai 19 anni i ragazzi frequentano la scuola che è pubblica, a cura dei municipi. Il ciclo complessivo degli studi per chi lo frequentava nella sua interezza, si articola in più gradi che seguono la prima forma di educazione familiare.  Istruzione primaria (7-12 anni): in questi anni gli studenti imparano a leggere e scrivere e acquisiscono i primi rudimenti di matematica, musica e ginnastica. Istruzione secondaria (12-20 anni): riguarda sia la formazione umanistica sia quella scientifica e anche quella letteraria.  Formazione superiore: è basata sulla retorica che mira a creare dei professionisti della parola, come avvocati.

L’educazione nell’età ellenistica

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  Con Aristotele all’ideale dell’impegno civico si va a sostituendo l’idea della vita contemplativa. Quest’ideale si impone all'epoca della cosiddetta età ellenistica.  La creazione di questo grande impero non permette più di sentirsi cittadini, ma sudditi. L’abbandono dell’impegno pubblico va di pari passo con la crescente attenzione per la vita pratica e la ricerca di indicazioni etiche che permettono di affrontare nel modo migliore la propria vita personale.  Ciò è evidente dell’impostazione delle principali scuole ellenistiche, come l’epicureismo e lo stoicismo. Alla figura del sapiente va a sostituendosi quella del saggio, cioè di colui che sa affrontare le avversità della vita. In età ellenistica due istituzioni sono emblematiche di questa articolazione del mondo antico e il museo di Alessandria, un centro di studi del quale approdano specialisti di ogni disciplina. Ad un’atmosfera ellenistica, sono riconducibili le concezioni di alcuni personaggi, seppure cronolog...

Aristotele: l’educazione del soldato

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 Un altro grande filosofo dell’Atene classica è  Aristotele e presenta anch’egli un progetto pedagogico, ma il tipo di riflessione è molto diversa da quella di Platone: Aristotele, infatti, privilegia l’analisi della realtà alla descrizione dello Stato ideale e al tema della giustizia preferisce quello della felicità.  Il pensiero etico pedagogico di Aristotele si esprime soprattutto in due opere l'etica nicomachea e la politica. Aristotele, stabilisce uno stretto rapporto tra comportamento morale e felicità. Solo una formazione integrale dell’uomo può permettere di raggiungere l’equilibrio, che è la caratteristica fondamentale della felicità stessa. Per questo si può dire che l’educazione per Aristotele è  essenzialmente un educazione morale.  Aristotele riprende il concetto tradizionale di aretè e lo applica alla coscienza e alla morale. Aristotele infatti parla di due tipi di virtù, virtù dianoetiche, che consistono nell’esercizio dell’intelligenza e virtù...