Sant’Agostino e il ‘maestro interiore’

 Una posizione di apertura al sapere pagano è quella di Agostino, il quale ritiene che i modelli educativi e culturali classici possono essere pericolosi se utilizzati solo per sé, ma si rivelino utili se inseriti in una prospettiva cristiana. Agostino promuove una collaborazione tra ragione e fede. Nelle confessioni, la sua opera autobiografica, Agostino delinea la sua concezione di un insegnamento fondato sulla curiosità e sull’interesse dell’allievo e non sulla costrizione. E proprio in relazione al linguaggio che Agostino, nella sua nella sua opera pedagogica più importante, il maestro,  affronta le questioni fondamentali del suo pensiero educativo. Il maestro, attraverso linguaggio, può soltanto stimolare l’allievo a ricercare la verità dentro se stesso, consultando, nella propria anima, il maestro interiore, che dall’interno illumina verso la coscienza. Anche se la conoscenza deriva dall’illuminazione interiore proveniente da Dio. L’azione del maestro umano è maieutica, come nel caso di Socrate: l’auto educazione riceve comunque una spinta dall’esterno. In definitiva, per Agostino l’educazione è un processo nel quale l’allievo  È attivo protagonista e non passivo ricettore. Ago Stino che pone Dio al centro della vita umana di tutte le cose. Agostino dà molta importanza al ruolo dell’allievo: egli ritiene che ogni lozione per essere appesa in modo significativo, debba essere sentita come vera dagli allievi. Anche Agostino nella prima catechesi considera l’amore anima dell’educazione: in ottica cristiana, però, l’amore che lega maestro allievo è un riflesso dell’amore di Dio, che si manifesta nell’incarnazione e nella redenzione. Nella formazione del cristiano la cultura pagana può essere importante.  Nella dottrina cristiana Agostino si pone il problema della formazione dell’oratore sacro, cioè dell’ecclesiastico.

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